Acerra
ACERRA. Disastro ambientale, gli attivisti chiedono il ritorno in carcere dei fratelli Pellini
Si torna a parlare del disastro ambientale, che ha colpito Acerra: nel 2017 i fratelli Pellini furono condannati in via definitiva.
Adesso il Tribunale di Sorveglianza di Napoli dovrà esprimersi circa l’eventuale pena alternativa per i fratelli Pellini.
Intanto due ambientalisti hanno scritto al presidente dello stesso Tribunale, sottolineando che alcune società, di cui i tre fratelli sono titolari, sono attive nel settore di bonifiche ambientali.
Alessandro Cannavacciuolo e Antonio Montesarchio, attivisti di Acerra, hanno affermato:
”Alcuni ambientalisti di Puglianello, nel beneventano nei giorni scorsi ci hanno segnalato criticità sulla presunta bonifica della discarica Marruccaro nello stesso Comune, sequestrata alcuni mesi fa per anomalie ambientali in piena fase di appalto.
Dalla disamina degli atti emerge che ad eseguire i presunti lavori di ‘messa in sicurezza e bonifica’, per un importo di oltre 2 milioni e 700 milia euro, oltre Iva, sia stata una società denominata ‘Consortech Puglianello’, società consortile a responsabilità limitata, costituita il 12 Maggio 2017 (data posteriore al sequestro dei beni in capo ai fratelli Pellini ndr), composta da Ecotech srl e Atr srl. Quest’ultima di proprietà dei fratelli Pellini, e sotto confisca”.
I due ambientalisti hanno, inoltre, precisato che la ‘Consortech Puglianello’ ha ceduto ad un’altra società, di proprietà di un cugino dei Pellini, circa mezzo milione di euro.
Cannavacciuolo e Montesarchio, in pratica, stanno pressando il Tribunale, affinché i fratelli Pellini tornino in carcere e non sia concessa loro alcuna pena alternativa.
Acerra
Rifiuti ad Acerra: gli ambientalisti collaboreranno con ISPRA
“Siamo pronti a collaborare con l’avvocatura dello Stato e ISPRA per mostrare e fornire le prove dello scempio ambientale commesso sul nostro territorio”. Sono queste le parole di Alessandro Cannavacciuolo, ambientalista di Acerra (Napoli), all’annuncio di un supplemento istruttorio da parte dell’avvocatura di Stato per la proponibilità di un’azione civile di risarcimento per i danni ambientali provocati dagli sversamenti abusivi accertati a carico di alcuni imprenditori locali.
Il Ministero dell’Ambiente, infatti, in una risposta inviata a Legambiente e Libera, ha annunciato di aver chiesto all’Ispra il necessario supporto tecnico per accertare i danni ambientali dovuti agli sversamenti per i quali sono stati condannati i fratelli Pellini, che hanno recentemente ottenuto, in Cassazione, la restituzione del patrimonio confiscato negli anni scorsi, per decorrenza dei termini. “In tutti questi anni di battaglia – ha continuato Cannavacciuolo – abbiamo avuto modo di ispezionare e attenzionare perfettamente il territorio. Con coraggio e responsabilità siamo in grado di mostrare e fornire le prove reali dello scempio ambientale perpetrato ai danni del nostro territorio. E’ ora di risequestrare i beni degli inquinatori e di iniziare a risanare tutte le aree oggetto di sversamento e interramento di rifiuti”.
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Acerra, terra dei fuochi: volontari scoprono l’ennesima discarica
I volontari “antiroghi” di Acerra (Napoli), fanno fermare i lavori per la realizzazione di un opificio nell’area Asi cittadina, dopo aver scoperto che dal suolo spuntavano rifiuti speciali coperti da uno strato di terra. La denuncia degli ambientalisti ha fatto scattare i controlli da parte di carabinieri e vigili urbani, che hanno sottoposto l’intera area a sequestro in attesa di ulteriori controlli. “Stamattina – spiega Alessandro Cannavacciuolo, uno dei volontari – siamo stati costretti ad intervenire perché abbiamo notato che gli scavi precedentemente effettuati stavano per essere riempiti di cemento armato. Questo significava coprire i rifiuti emersi, ossia guaine bituminose, scarti di demolizione, di pezzame, e anche fanghi di depurazione”. I volontari ora invocano lo “stato di emergenza ambientale”. “Il nostro territorio va immediatamente bonificato – conclude Cannavacciuolo – questo ennesimo ritrovamento di rifiuti interrati è la dimostrazione che il disastro ambientale ad Acerra è ancora in atto. Intervenga lo Stato e dichiari lo stato di emergenza”.
Acerra
Acerra: incendia l’auto e poi si ferma a guardare l’incendio
In quel di Acerra, al corso Italia, prima incendia la propria vettura e, poi, come se fosse un film da cui trarne giovamento, si ferma per ammirare il rogo da egli stesso provocato.
L’uomo, protagonista di questa vicenda al limite della piromania, si chiama Antonio Bruno, quarantenne, sembrerebbe incensurato.
Ora dovrà rispondere di incendio. Il Bruno è in attesa di giudizio.
Ancora ignote le motivazioni dietro il suo gesto.
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